martedì 19 maggio 2015

Tra le note di Lothriel: intervista a Urs Wiesendanger


nella foto: il produttore musicale Urs Wiesendanger (a sinistra)
in compagnia del cantante e musicista Marco Santilli (a destra).


L'anno scorso vi abbiamo presentato in un'intervista esclusiva il talentuoso cantante e musicista Marco Santilli, coinvolto nella creazione della colonna sonora del videogame "Eselmir e i cinque doni magici" (Stelex Software). Il brano più importante tra quelli realizzati da Marco per il gioco è intitolato "The Way To Lothriel" una canzone ispirata al viaggio di Theoson verso il regno di Lothriel tra le montagne orientali, sostenuta da una base strumentale che promette di trasportarvi nelle atmosfere epiche di questa straordinaria avventura fantasy. 
Abbiamo oggi il piacere di discuterne, in una nuova intervista esclusiva, con il produttore musicale Urs Wiesendanger. Siamo lieti, inoltre, di farvi ascoltare un primo breve teaser del brano (video pubblicato in fondo all'intervista). 




D: Urs, puoi parlarci del tuo percorso nel campo della musica e di come sei diventato produttore?

R: Sono cresciuto in una famiglia musicale. Mio padre, mia madre e mio fratello hanno tutti suonato uno strumento. Mio padre è stato il mio primo insegnante di pianoforte e mi ha avvicinato al jazz. Mentre quando avevo 13 anni mio fratello maggiore Chris mi ha fatto conoscere la musica pop e il funk. Da quel momento, oltre a suonare pianoforte e batteria, mi fu subito chiaro che volevo diventare produttore di musica. 

D: Come hai conosciuto Marco Santilli e a quali progetti avete collaborato?

R: Nel 2006 ai Powerplay Studios, dove lavoro tuttora, quando Marco stava registrando nello Studio A con una Big Band. Mi fece ascoltare alcune demo di sue composizioni che suscitarono il mio interesse  e decisi quindi di lavorare con lui. Ci siamo subito intesi molto bene e siamo diventati un bel team, negli anni si è pure instaurato un forte legame di amicizia tra noi. 

D: Cosa pensi della musica di Marco?

R: Marco è un formidabile autore di canzoni, il bello dei suoi brani è che sono fortemente "autonomi", molto avvincenti, sempre con una nota personale. Per me è sempre piacevole e stimolante produrre ed arrangiare assieme a lui le sue composizioni. 
Ciò che è affascinante, è come io debba estrarre tutti i "registri" e non essere sottomesso al solito filone della musica pop. Di conseguenza ogni produzione è super avvincente!

D: Che impressione hai avuto sentendo parlare di questo progetto?

R: Normalmente tutto ciò in cui Marco è coinvolto mi interessa. Quando mi ha raccontato del progetto del videogioco, della trama del romanzo e mostrato la musica da lui scritta per l’occasione, il mio volto si è acceso di entusiasmo.

D: Quali sono stati gli aspetti più delicati o difficili nella registrazione di "The Way To Lothriel"? 

R: Credo che il punto cruciale (come per ogni mia produzione) sia la qualità della parte vocale. Fondamentale è che all’ascoltatore giungano tutte le emozioni della canzone. Devo inoltre ammettere che la particolare struttura della canzone (con le sue parti orchestrali) ha rappresentato una vera e propria sfida riguardo l’arrangiamento. 

D: Pur non avendo letto il romanzo "Le memorie di Helewen" (perché non ancora tradotto in tedesco), che idea ti sei fatto di questo universo fantasy? E cosa pensi dello stile delle illustrazioni? 

R: Mi sono fatto l’idea di un mondo che ci invita a sognare e nel contempo ci da una chiave di lettura di alcuni aspetti della realtà in cui viviamo. Le illustrazioni hanno una speciale luminosità, qualcosa che fa stare bene... Proprio spettacolari, incredibile la loro qualità tridimensionale!

D: Ti è piaciuto lavorare alla colonna sonora di un videogioco? Ti era mai capitato di lavorare in questo ambito?

R: Mi ha fatto enormemente piacere ed è pure il PRIMO videogioco del quale sono partecipe!




mercoledì 13 maggio 2015

Aewa Dhulfi, il regno dei mille lupi



Situata nelle propaggini più settentrionali del vasto Impero Sandoveliano, Aewa Dhulfi è un'importante città degli Arion. 
L'architettura cittadina è piuttosto austera, con edifici bianchi e tetti a piode di pietra grigia. Il borgo, affacciato sul nebbioso Chirehènevi (Lago dalle verdi acque), è incastonato tra promontori e speroni rocciosi ricchi di boschi, il più alto dei quali è battezzato Monte Lupo in ragione della sua somiglianza al muso di questo animale.

Lo stesso animale ha dato il nome alla città, che significa appunto "Mille Lupi", in ricordo di un branco magico di animali fatati, capeggiati da una lupa bianca e un lupo nero, posti al comando della regione nella lontana Seconda Era. Figli di Mahii, il Dio della giustizia, i due grandi capi branco (che divennero emblema del regno figurando sul vessillo cittadino) furono guardiani implacabili del diritto e della legge per molti secoli. La lupa bianca era chiamata Scorta degli Onesti, perché ovunque andasse si batteva per proteggere chi agiva secondo la legge, e anche in epoche successive rimase un'importante figura devozionale invocata da quanti mettevano a rischio la propria vita per testimoniare in tribunale. Il lupo nero era detto Persecutore dei Rei, giacché temuto in tutta la regione come inseguitore e divoratore di chi infrangeva il codice di leggi del regno.

Un'eco di questo passato magico avvolto dalle nebbie del tempo si ritrova nella consuetudine dei sovrani di Aewa Dhulfi di rispettare pedissequamente la pubblica morale e intervenire - spesso anche in questioni internazionali - per riportare sulla retta via quei regnanti o Paesi che si siano dimostrati irrispettosi di patti, codici e giuramenti. Da quando il regno di Aewa Dhulfi fu annesso all'Impero di Sandovelia, è consuetudine consolidata che i più grandi giudici imperiali provengano proprio da questa influente città nordica. 


martedì 5 maggio 2015

Melim Hè, la città della dolce acqua



Dopo la grande roccaforte di Mason Gottbin, la città di Melim Hè rappresenta il più influente insediamento edificato dal popolo dei Nani. Il suo nome significa la Dolce Acqua, perché l'acqua che sgorga da alcune delle numerose sorgenti nel suo territorio (note anche per le virtù curative) ha un caratteristico sapore zuccherato, che alcuni paragonano allo sciroppo di fiori di sambuco, oppure al gusto dell'idromele. Non a caso la città sovrasta le alte gole del fiume Ñedoghend, il cui nome significa appunto Idromele, in onore di una delle bevande preferite dai Nani. 

Alla rocca si accede da un lunghissimo ponte che collega i due versanti della gola, passando su una strada lastricata e smaltata color rosa, con intarsi di giada che narrano i principali fatti della storia del regno e le imprese eroiche dei suoi sovrani. Alle spalle della città fortificata la montagna si apre come un libro: sulle vestigia di un'antica cava di pietra dalle alte pareti, i Nani hanno scolpito a bassorilievo il colosso del primo re di Melim Hè, e sopra di lui una grande coppa ricoperta d'oro, a sua volta sormontata dalla scultura di una testa di toro. Questi simboli richiamano il mito della fondazione cittadina, che affonda in un'epoca lontana in cui il re dei Nani affrontò e sacrificò un toro sacro, l'animale fatato che governava quei territori nella Seconda Era.