mercoledì 9 aprile 2014

La melodia dei luoghi: intervista a Filippo Zanoli



Il 19 febbraio di quest'anno pubblicavamo un'intervista esclusiva al musicista e cantante Marco Santilli Rossi, artista impegnato nella composizione di alcuni brani per la colonna sonora del videogioco "Eselmir e i cinque doni magici" (Stelex Software).
Oggi abbiamo il piacere di presentarvi un altro artista coinvolto nella creazione del soundtrack per il primo videogioco ispirato alla saga dei Pirin: stiamo parlando del trentaduenne luganese Filippo Zanoli, che per "Eselmir" si occuperà di pezzi unicamente strumentali dello score. Abbiamo già potuto ascoltare alcune anteprime dei brani e possiamo assicurarvi che il lavoro di Filippo saprà trasportarvi nell'avventura con toni ora epici e trionfali, ora soffusi e delicati...

D: Quando hai cominciato a suonare?

R: Ho iniziato col basso elettrico, mio strumento principale ancora oggi, quando avevo 16 anni. Poi ho militato in una montagna di band (tante che nemmeno me le ricordo tutte) suono ancora con molto piacere. Ho instaurato un rapporto zen con la musica che mi piace molto, sono più sereno di un tempo (ma non per questo stanco,cit) e questo mi permette di apprezzare di più quello che faccio, lasciando fuori dai piedi le menate e vivendola in maniera più armoniosa. La composizione fuori dalle "mura della saletta" è subentrata solo in un secondo momento, mi piace pensare che il me compositore sia nato a Bologna nel biennio in cui vi ho abitato, quella città è veramente speciale.

D: Come definiresti il tuo stile?

R: Difficile dirlo, sono un compositore non formato. Quindi lavoro perlopiù ad "orecchio", non so leggere la musica ma ho comunque un po' di nozioni di armonia avendo suonato e raccattato un diploma biennale. Leggo molto male. Per me è tutta una questione di suoni che ho in testa, parto da lì e mi piace anche molto farmi stupire dagli strumenti che ho in mano. Spesso parte tutto da lì, magari con un suono di tastiera che non ho mai provato prima, o altro. Per Pirin ho voluto lasciare che i limiti mi portassero all'estremo, ho composto e suonato praticamente tutto su dispositivi mobile, volevo che l'avere meno mi portasse a fare il più possibile con il resto.

D: A quali artisti ti ispiri?

R: Sono tantissimi, forse troppi. Per quanto riguarda i videogiochi i miei due fari in assoluto (parlo di autori) sono Yuzo Koshiro ma soprattutto Bobby Prince (che fece le colonne sonore di tutte le robe migliori di id), la sua musica mi ha influenzato non solo per le colonne sonore videoludche ma anche nell'approccio alla musica. Uno o due pezzi suoi sono nella mia top 10 di canzoni preferite. Oltre a questi, tento di tenere la mente aperta, per Elsemir le maggiori ispirazioni arrivano per le composizioni più epiche da Joe Hisaishi e Nobuo Uematsu per le altre dal lavoro fatto da Blizzard sul primo e l'ultimo Diablo (e anche il bellissimo Torchlight di Runic), occhi e orecchio aperti anche sulla scena indie (Bastion, anche mi ha aperto un mondo). Insomma, tutto è musica!

D: Tra le tue composizioni, c'è un pezzo che ti sta particolarmente a cuore? Per quale motivo?

R: Penso "Enter Pirin" (uno dei brani sviluppati per il videogioco) che ho composto come ideale tema d'entrata. Parte un po' come il tema di "Game of Thrones" con un violoncello solo e poi decolla. Mi ha molto emozionato risentirla quando l'ho finita, ed è nata spontaneamente su di un treno regionale italiano. È piaciuta anche ai Stelex e, con quella, mi sono portato a casa "il lavoro". La linea di violoncello l'ho suonata su di un iPad. Secondo me rappresenta bene l'approccio mio alla colonna sonora di Elsemir. Poi da questa linea un po' più "composta" ho voluto distaccarmi per concentrarmi sulla creazione di suoni più organici e ambientali. In questo senso il trittico dei "Fireplace" composti in viaggio in Irlanda sul mio iPhone sono altrettanto appaganti.

D: Come hai reagito alla proposta di lavorare alla colonna sonora di un videogioco?

R: Ad essere sincero all'inizio mi sono un po' preoccupato, non pensavo di essere veramente all'altezza. Poi mi sono lasciato andare ed è stato naturale. Le mie preoccupazioni erano dettate dal fatto che ero un poco più ferrato su composizioni elettroniche moderneggianti (diciamo anni '90? diciamolo!) e non ero sicuro di poter reggere né l'orchestrazione, né l'uso proprio di strumenti adatti per un gioco fantasy. Poi, invece, è andato tutto bene. Puff!

D: Cosa ti affascina del mondo dei Pirin?

R: I fantasy mi piacciono molto, ma ho anche un approccio molto critico nei loro confronti. Adoro le storie che raccontano ma non sempre mi è facile apprezzare una storia fantastica se non ha quel qualcosa in più che la faccia brillare, diciamo che non sono un fanboy del genere. Però amo molto scrittori come Philip Pullmann, Andrzej Sapkowskie pure di autori di graphic novel come Jeff Smith per me stanno comodamente alla pari con altri grandi della letteratura "seria". Detto questo, di Pirin mi ha particolarmente impressionato la cornice narrativa, veramente sagace ma anche la vividezza della ricostruzione di un mondo che, come quello di Tolkien, sembra esistere veramente anche se è stato "semplicemente" partorito dall'immaginazione.

D: Nel romanzo "Le Memorie di Helewen" è scritto: "Se non lo sai, ogni luogo ha una propria melodia, fatta dai suoni della terra, del cielo, dell’acqua, e dalle creature che vi abitano". In quella che è la tua esperienza musicale, quanto conta l'ascolto dei suoni della natura, la "melodia del luoghi"?

R: È una domanda che mi faccio spesso in verità, penso sia una delle chiavi per capire la musica, e non solo quella suonata anche quella emessa e scambiata dagli uomini in ogni momento. I luoghi sono il posto in cui siamo in un determinato momento, siamo noi in quel momento, non possono non finire per influenzare composizioni o esecuzione.

D: Gli artwork del videogioco ti hanno aiutato in qualche modo a trovare l'atmosfera giusta per la colonna sonora o cerchi ispirazione altrove?

R: Traggo ispirazione prevalentemente dagli artwork e dagli screenshots, li prediligo ai video di gameplay perché mi permettono uno sforzo immaginativo. Se li vedo in movimento è come se perdessero la magia. Con la musica tento di animarli, a mio modo, se sono già animati non c'è gusto!




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